Mori Santo Stefano
Settore giovanile

La crescita dei Giovanissimi affidata a mister Romani

Stanno scaldando i motori i nostri Giovanissimi che, nel mese di marzo, torneranno finalmente ad affrontare le gare di campionato. Agli ordini di mister Edoardo Romani, cresciuto calcisticamente all'ombra di Montalbano prima di laurearsi in scienze motorie e tornare a Mori nelle vesti di preparatore atletico e poi di allenatore, i giovani atleti gialloneroverdi stanno lavorando sodo per migliorare e crescere, a livello tecnico, tattico e caratteriale. Fra i suoi tanti impegni c'è anche il prestigioso incarico all'interno del Centro Federale Territoriale di Borgo Valsugana per il Comitato Trentino della nostra Figc. L'abbiamo incontrato prima di un allenamento con i suoi ragazzi che, domenica 8 marzo, affronteranno l'insidiosa trasferta sul campo del Pinzolo ValRendena.

Ciao Edo, innanzitutto ci faresti un breve sunto del tuo percorso e professionale? "Ho fatto tutta la trafila nel vivaio del Mori Santo Stefano fino alla Juniores. Poi una breve parentesi nel San Rocco e cinque stagioni nella Leno in Prima Categoria. Per 5 anni ho fatto il preparatore atletico nelle giovanili del Mori per poi fare un anno al Sudtirol, sia come preparatore dell'attività di base che come allenatore in seconda dei Giovanissimi nazionali. Inoltre, nel 2014, durante l'Erasmus ho collaborato con gli Allievi nazionali del Coimbra, squadra che milita nella Superliga della Serie A portoghese. Da due anni, infine, sono l'allenatore dei Giovanissimi Elite del Mori".
Anche per i Giovanissimi Elite il letargo sta per finire, come e quanto avete lavorato in inverno? "Quest'anno alleno un gruppo, diciamo "nuovo", composto prevalentemente da ragazzi del 2006 e molti di loro sono al primo anno in questa società. Lavoriamo insieme da agosto e devo dire che si è vista una crescita individuale sia dal punto di vista tecnico che tattico importante, dovuta al costante impegno da parte dei ragazzi durante le sedute d'allenamento. Da qui alla fine dovremo lavorare ancora su questi aspetti e acquisire ancora quella componente "caratteriale" che ancora ci manca".

Tuo padre Romano è fra i tecnici più esperti della Vallagarina, vi confrontate spesso? "Sì con mio papà, oltre ad esserci un forte legame, c'è un confronto costante che mi permette di imparare tanto. Ogni tanto capita che venga a vedere le partite e mi dia spunti sui quali riflettere e lavorare in settimana. Reputo il suo punto di vista molto importante".
Sei tornato in quel di Mori, dopo una parentesi nel vivaio del Sudtirol, cosa hai imparato all'interno di un settore giovanile dall'impronta professionistica? "L'esperienza al Sudtirol è stata molto positiva e formativa per me. Il professionismo mi ha fatto capire l'importanza e la differenza che fa la cura del dettaglio in tutti gli aspetti (tecnico, tattico, fisico, psicologico). Inoltre avere 4 allenamenti a settimana, confrontarsi la domenica con squadre nazionali ed allenare giocatori selezionati, sono aspetti che risultano stimolanti per un tecnico e gli permettono di crescere a livello professionale".
Quali dirigenti sono al tuo fianco in settimana e durante gli incontri di campionato? "Antonino Ambrogio e Gualtiero Galvagni sono i miei due dirigenti-accompagnatori. Due persone splendide che mi aiutano molto durante la stagione occupandosi di tutte quelle cose extra-campo (organizzare trasferte, comunicazioni con i genitori, ecc..) che sono fondamentali per far funzionare tutto. I dirigenti, a Mori, non mancano mai e lo ritengo un punto di forza importante ed unico che contraddistingue questa realtà. Una società presente, organizzata e seria che non fa mancare nulla ai propri atleti e tecnici".

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