Mori Santo Stefano
Eccellenza

Un viaggio nella segreteria tricolore con la nostra Edda

Edda, sei indubbiamente il "fulcro" della società. Da te, infatti, passano scartoffie di ogni tipo che non si possono perdere e/o sbagliare. Ma quanto è cambiato negli ultimi anni questo lavoro? "Mi fa sorridere e allo stesso tempo mi riempie d’orgoglio la definizione di “fulcro”, ma mi definisco più parte di un ingranaggio del quale fanno parte tutti i dirigenti, che sostengono e ogni giorno si spendono volontariamente per questa Società Sportiva mettendo in campo conoscenze e competenze. In ognuno di noi prevale sempre il senso di responsabilità che abbiamo verso tutti - atleti/e, dirigenti, allenatori, soci
sostenitori e comunità - e, a distanza di 9 anni da questo incarico, posso dire che sono passati velocemente perché è un impegno che ogni giorno ti tiene occupata e non ti lascia mai la mente libera. Sei sempre proiettato al futuro, alla programmazione, alle scadenze e a quanto il mondo sportivo in generale sia davvero complicato e la burocrazia non manca. Il mio banco di prova è stata la stagione 2014/15, quello del nostro esordio in serie D, dove per la prima volta è stata sperimentata la piattaforma LND d’iscrizione e tesseramento dilettanti on-line. Ogni giorno ci troviamo davanti a nuovi cambiamenti, che io chiamo innovazioni, che al primo impatto sembrano uno scoglio, ma che poi si rilevano efficaci".

Come ti sei avvicinata al mondo del Mori? E da quanto ne fai parte? "Diciamo che ne faccio parte da una vita visto che l’Asd Mori S.Stefano (1989) è la fusione di due storiche società moriane: Us Mori (1945) e Gs Santo Stefano (1961). Al Santo Stefano devo il mio primo tesseramento, avvenuto nel lontano 1971, come atleta tra le prime squadre di calcio femminile della Regione (ricordo come andavo fiera di girare con la nostra sacca nera e scritta gialla Gsf Santo Stefano) con la quale ho raccolto delle belle soddisfazioni sportive e di cui porto un ricordo piacevole. Negli anni ho avuto anche un trascorso come dirigente e allenatrice all'interno della pallavolo femminile e, infine, sposando un calciatore dell’Us Mori ho avuto anche un trascorso come tifosa e poi dirigente quando mio figlio ha iniziato a giocare a calcio. Il 2004 è stato l’anno in cui un po’ tutto è cambiato. Avere un figlio nelle giovanili e, di conseguenza, essere sempre presente agli allenamenti, alle partite e alle trasferte mi ha portata ad accettare la proposta da parte dell’allora dirigente Matteo Frapporti di diventare dirigente accompagnatrice. Così ho ritrovato le emozioni sul campo e si è creato un forte legame coi ragazzi che tutt’oggi incontro. Il loro saluto cordiale e sincero mi ripaga di tutto il tempo speso. Per non parlare dei legami di amicizia instaurati con gli altri dirigenti e allenatori, che a volte in panchina ho dovuto tenere a bada!"

Hai raccolto il testimone di segretario da una figura storica come Corrado Tonetta, una persona sempre vicina al Mori. "Sinceramente il testimone non l’ho raccolto, ma me lo sono trovata in mano senza volerlo. Lo dico con molta spensieratezza visto com’è andata. Quella primavera del 2011 la ricordo benissimo, Corrado ha consegnato a me e a Luigi (Presidente) un preciso scadenziario e sarebbe dovuto mancare solo un paio di mesi per un intervento chirurgico, ma purtroppo il recupero post-operatorio è stato più lungo e non ha più ripreso la sua attività di segretario ufficiale. Ci siamo trovati catapultati in un sistema che non conoscevamo, ma come si dice l’unione fa la forza ed è quello che è successo e che ad oggi ci unisce. Nel 2011, con le dimissioni del Presidente Flavio Chizzola, è partito un grande cambiamento. A lui è subentrato Marco Depretto fino al giugno 2013, quando nell’assemblea ordinaria dei soci ha eletto come Presidente Luigi Bertolini. Ho accettato così di far parte del Consiglio Direttivo e di ricoprire la carica di segretario dell’Asd Mori S.Stefano. Per una settimana non ho dormito pensando alle responsabilità alle quali andavo incontro, ma contando sempre sulla consulenza di Corrado, sempre pronto ad aiutarmi, ho iniziato la mia avventura. Corrado per noi è la mente storica, un pilastro davvero importante (in tutte le foto del passato lui c’è e non invecchia mai!) che ad oggi ci arricchisce con i suoi ricordi e aneddoti, conosce e ricorda proprio tutto e si tiene aggiornato sul nostro operato. Corrado è, soprattutto, un grande amico, un uomo che sa dare il giusto peso alle cose e agli eventi, mai visto alterarsi o abbattersi, un combattente. Quando viene al campo spero sempre che non salga in ufficio, perché era il suo luogo privato. Nessuno aveva accesso, non c’erano fogli o altro sulla scrivania, ogni tanto mi chiedo come facesse: non mi ha svelato il suo segreto".
Tante gioie sul campo e, purtroppo, anche qualche brutto ricordo. Inevitabile, ogni tanto, pensare a ragazzi che ci hanno lasciato troppo presto. "Purtroppo tante persone tra dirigenti ed atleti nel corso degli anni ci hanno lasciato troppo presto, ma quello che è accaduto a Nicola Tomasi è stata la pagina più triste che abbiamo dovuto scrivere, della quale sono stata testimone e alla quale non avrei mai voluto assistere. Quel sabato 5 aprile 2008 siamo partiti alla volta di Maso Ronco per la partita Juniores fra Appiano e Mori S.Stefano. In macchina con me c’era anche Catia, la mamma di Nicola. In pochi attimi siamo passati dalla gioia di vedere i nostri ragazzi in campo alla disperazione di chi sul terreno di gioco era in fin di vita, un salto in alto per colpire la palla di testa prima della presa del portiere avversario seguito da una caduta rovinosa sul terreno di gioco. L’elicottero che non arrivava perché impegnato in un altro incidente, l’ambulanza che tardava, la corsa in ospedale e dopo interminabili ore di attesa sentire un dottore che dice ai familiari che Nicola è in coma. Non c’era più nulla da fare e la disperazione. All’Ospedale San Maurizio di Bolzano il sostegno ai familiari da parte di amici, dirigenti e rappresentanti federali non è mancato. E' stato un susseguirsi di piccoli spiragli di speranza, ma purtroppo dopo lunghi giorni in rianimazione - il 21 aprile 2008 - Nicola ci ha lasciato. Ha segnato la vita di tutti noi, ma una cosa è certa. Da quel giorno si è creato un legame fra tante persone difficile da sciogliere, per sempre resterà nella nostra mente il ricordo di un ottimo calciatore e bellissimo ragazzo. Il mio pensiero va alla mia carissima amica Catia, a Riccardo, a Francesca e a quanto hanno sofferto e tutt’oggi soffrono per questa grave perdita. Ed è per questo che ogni anno i suoi amici e compagni di squadra si ritrovano al campo organizzando un mini torneo tra "vecchie glorie". Noi come Mori S. Stefano organizziamo il torneo “Ciao Nicola”, riservato alla categoria Pulcini. Nessuna classifica, ma solo gioco e puro divertimento per esprimere la nostra vicinanza alla famiglia. Ciao Nicola!"

Centinaia e centinaia i tesseramenti perfezionati in questi anni. Quale il più complicato? E quale il giocatore più forte passato dal "Comunale"? "Ecco, un pregio dei tesseramenti on-line è che tiene conto delle pratiche e documenti inviati: una media annuale di circa 800 a stagione tra calcio, pallavolo e ginnastica artistica. E qui devo ringraziare Alessandro Poli e Micaela Baroni per la preziosa collaborazione nelle loro discipline. Diciamo che ogni tesseramento non è solo un foglio stampato da firmare, ma racchiude al suo interno la storia di un individuo al quale auguriamo di poter ottenere gratificazioni personali, ottimi risultati sportivi e che gli insegnamenti avuti sul campo possano essere utili in futuro. E di ritrovarlo, magari, anche come dirigente o allenatore nella nostra Società, come è successo a parecchi di noi. Devo dire che lo spazio temporale relativo ai giocatori che ho conosciuto e tesserato (lasciando perdere quelli del passato che erano dei veri campioni!) va dai nati dal 1990 agli attuali nati nel 2015. Ragazzi ne ho visti tanti e tutti bravi! Per me impegno, dedizione e costanza sono valori che non devono mancare in un atleta. Certo, ci sono ragazzi e ragazze che hanno delle doti innate ed altri invece che con fatica e duro allenamento arrivano ad essere al loro livello. Nel gioco di squadra è quello che serve, si vince e si perde insieme. Diciamo che oggi l’emozione più grande è quella che provo quando vedo i Piccoli Amici scendere in campo, una meraviglia la fierezza che hanno nel vestire la maglia tricolore".
Si avvia alla conclusione un 2020 davvero da incubo. Le squadre giovanili sono nuovamente ai box, però la società sta lavorando sempre su nuovi progetti (ristrutturazione struttura, nuova zona ristoro, impianto illuminazione, gabbia Street Soccer). Cosa ci attende per il 2021? "Da marzo ad oggi siamo in una situazione d’emergenza continua. Difficile rimanere forzatamente in casa per gli adulti e figuriamoci per i ragazzi che hanno bisogno di questi momenti di svago, liberi dagli impegni quotidiani. Alcuni campionati erano iniziati, altri stavano per iniziare, poi tutto bloccato. Abbiamo fatto il possibile per poterci allenare fino all’ultimo giorno, ma la situazione dei contagi intorno a noi, le ordinanze nazionali e provinciali, ma soprattutto il senso di responsabilità, ci hanno costretto ad interrompere totalmente tutte le attività. Vediamo in questi giorni che le restrizioni adottate su tutto il territorio hanno portato ad un calo dei contagi e questo ci fa ben sperare in una ripartenza, sempre in sicurezza, nel 2021. Sicuramente questa sosta forzata ci ha dato la possibilità d’iniziare quei lavori di ristrutturazione e adeguamento impianti per i quali ci è stato concesso il contributo provinciale e comunale, naturalmente per ridurre al minimo il rischio di contagio tra gli addetti la direzione ai lavori ha fatto in modo che non fosse presente più di una impresa operante e quindi i lavori vanno a rilento, ma auspichiamo che per la ripartenza, tempo permettendo, siano terminati e utilizzabili".

Nei direttivi si conclude spesso con le "varie ed eventuali", Che aggiungere in conclusione? "Ringrazio l'ufficio stampa per questo invito che mi ha fatto fare un giro nel passato a cui sono molto legata. Ogni persona che ho conosciuto, e sono veramente tante, mi ha arricchita lasciando qualcosa sia nel ben che nel male. Ringrazio dirigenti e allenatori che in questo periodo di sosta - attraverso varie piattaforme - si tengono in contatto con i ragazzi e propongono loro attività e giochi per tenerli stimolati. Complimenti! Ringrazio tutti i componenti della grande famiglia del Mori S. Stefano, che si è confermata compatta e vicina pure in questi lock-down. Grazie!! Ringrazio, soprattutto, la mia famiglia verso la quale sicuramente qualche mancanza c’è stata (in questo periodo sto recuperando), ma che ho trascinato e coinvolto in questa avventura che si chiama MORI S.STEFANO".

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