Mori Santo Stefano
Eccellenza

Maurizio Colpo: "Mori S.Stefano, una grande famiglia!"

Ciao Maurizio, sei davvero una "colonna" del Mori Santo Stefano. Giocatore, allenatore e, infine, dirigente. Quando e com'è iniziata la tua avventura in tricolore? "Il primo approccio con il calcio, come sport di squadra, è stato nel 1974 a 9 anni (allora non si iniziava a 5) e quell’anno su iniziativa di alcuni ex giocatori e dirigenti ripartiva il settore giovanile dell'Us Mori. Ricordo Sergio (che ancora adesso ci dà una grossa mano con i piccoli), Lucio Baccini, Renato Cazzanelli, Ugo Ragusini ed si trattava proprio dell'anno nel quale veniva aperto il “nuovo” stadio Comunale (che poi diventerà la mia prima casa, come dice Paola, mia moglie). La trafila nel settore giovanile tra Mori e Gs S. Stefano, negli anni vedeva il passaggio delle squadre giovanili da una società all’altra, fino all’arrivo in prima squadra del Mori nella stagione 1980/81 in Promozione (attuale Eccellenza). Ho giocato in prima squadra, a Mori, ininterrottamente per 14 anni (tranne la stagione 1986/87 a Rovereto), con alterne fortune tra campionati vinti e retrocessioni, con l’orgoglio di esserne stato per tanti anni il capitano ed aver condiviso gioie e delusioni con tanti amici tra giocatori e dirigenti. Nel 1994, alla nascita del secondo figlio, ho chiuso con l’attività agonistica, ma la passione è sempre rimasta e dopo aver frequentato il corso allenatori, attuale UEFA B, ho cominciato ad allenare prima come "vice" della prima squadra e poi nel corso degli anni tutte le categorie del settore giovanile, che sono la parte più vera e genuina del calcio. Da qualche anno come dirigente e responsabile del settore, assieme a Luca Bianchi e con il fondamentale appoggio di tanti appassionati dirigenti, abbiamo avviato un percorso di crescita del settore giovanile che ci sta dando molte soddisfazioni".

Maurizio Colpo osserva i piccoli calciatori tricolori sul sintetico del "Comunale"
Maurizio Colpo osserva i piccoli calciatori tricolori sul sintetico del "Comunale"

Purtroppo si avvia alla conclusione un 2020 con poco calcio, numerosi problemi e tanta burocrazia. Davvero un peccato per la Prima Squadra di mister Davide Zoller che, sia in primavera che in autunno, stava mostrando una bella crescita e un'ottima amalgama. "Per tutti questo 2020 sarà ricordato come uno degli anni più tristi e difficili. Ragionando sull’aspetto sportivo penso che siamo riusciti a crescere come squadra, dopo le difficoltà iniziali. Abbiamo dimostrato di essere un gruppo con forti motivazioni e voglia di mettersi in gioco, guidati da un mister, che con il suo staff, sta facendo un grosso lavoro di valorizzazione delle risorse che ha a disposizione e siamo molto contenti che una discreta parte, di queste risorse, vengano dal nostro settore giovanile. Sul mercato abbiamo cercato giocatori adatti a noi, e non solo come ruoli ma soprattutto come ragazzi che si integrassero perfettamente nel nostro gruppo".
Nelle ultime stagioni, inoltre, ti sei "vestito" da direttore sportivo. Come ti sei trovato in questo compito tortuoso che implica pazienza, lunghe telefonate e tanti contatti? "Il ruolo di DS l’ho affrontato con molta circospezione, non lo sentivo adatto alle mie caratteristiche, ma l'ho affrontato alla mia maniera. Poche chiacchiere, tanta pazienza e serietà. Devo dire che ho avuto anche delle belle soddisfazioni nell’ incontrare e conoscere tanti giocatori, ma soprattutto mi sono confrontato con “uomini”, e da tutti ho avuto apprezzamento e considerazione per la nostra società".

Maurizio Colpo, nella stagione 2009/10, alla guida degli Allievi 1993-94
Maurizio Colpo, nella stagione 2009/10, alla guida degli Allievi 1993-94

La società negli anni è cresciuta molto, soprattutto a livello giovanile. Ma quanto è difficile far quadrare tutto? Serve davvero un esercito di volontari/amici instancabili e silenziosi, oltre ad un grande numero di dirigenti, allenatori, accompagnatori, ecc. "La nostra società è una grande famiglia, come dice sempre il nostro Dott. Costa e come le famiglie ha bisogno che tutti diano il loro apporto, nella misura in cui possono riuscirci. Ogni anno cerchiamo di aggiungere qualche nuovo dirigente, per garantire continuità alla società, ricambio a chi ha già dato tanto e che sicuramente può portare nuove idee e rinnovato entusiasmo. Per tutte le nostre tre discipline dirigenti, allenatori e giocatori, ma anche genitori, amici e tifosi, sono parte di un gruppo che solo seguendo regole di comportamento, educazione e rispetto reciproco possono aiutare a far crescere una società in maniera “sana” e di conseguenza i piccoli e grandi atleti che la frequentano. L’organizzazione settimanale delle tante attività, è molto complessa ed impegnativa. Coinvolge un’infinità di persone e solo grazie ad una puntuale gestione di tempi e spazi, si riesce a far girare il motore di questa macchina che è il Mori S. Stefano. Ringrazio i tanti dirigenti ed amici, che sono la benzina che ci permette di proseguire sulla strada tracciata".

Tantissimi, ovviamente, i tuoi ricordi legati al Mori Santo Stefano. C'è qualche episodio che ti resterà sempre nel cuore? "Edda, nel precedente articolo, ha ricordato Nicola, e sicuramente quello è stato il momento più buio che abbiamo vissuto in questi anni. Ma credo che la disgrazia ci abbia unito ancora di più, e spinti a perseguire quell’obiettivo che ci eravamo posti, cioè di arrivare ad avere un settore giovanile che abbia dei valori calcistici, ma anche morali ed educativi. Non sono una memoria storica, come Osvaldo o Corrado (e infatti se ho sbagliato qualche citazione di annate o nomi so che mi correggeranno), ma sicuramente la promozione in serie D resterà sempre nella nostra storia. Ogni giorno trascorso sul campo può regalare grandi soddisfazioni, come la crescita individuale e quotidiana di ogni singolo ragazzo".
Domanda difficile, quale il giocatore più forte passato - secondo te - negli ultimi vent'anni dallo stadio Comunale? "Guardo le foto delle prime squadre esposte in sede e ne vedo tanti di forti e bravi, tutti con caratteristiche particolari. Diventa difficile trovarne uno, spero sempre che sia il prossimo che arriverà, magari uscito dal nostro settore, magari cresciuto con i “nostri” valori e innamorato del calcio.. e del Mori".

Grazie Maurizio, che altro possiamo aggiungere in conclusione? "Posso aggiungere solo ringraziamenti ai miei fedeli compagni di viaggio: Gigi, Edda, Luca e tutti gli altri accompagnatori, dirigenti e allenatori, con cui condividiamo la gestione della nostra società. Ma un ringraziamento particolare va alle famiglie di tutti i nostri dirigenti, che sopportano le assenze da casa che questo nostro impegno implica. Impegno che, a volte, sembra quasi un lavoro. Ma la passione ci porta a seguire un pallone.. e tutto quello che ne consegue. Buon Natale a tutti e sempre forza Mori S. Stefano!"

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